E’ stata appena diramata la nota della Corte Costituzionale che preannuncia una storica decisione sul cognome dei figli.
La Consulta ha dichiarato infatti incostituzionali le norme che impongono l'automatica attribuzione del cognome paterno, quando i genitori intendano fare una scelta diversa.
Ha perciò accolto la questione di legittimità sollevata dalla Corte di appello di Genova nell’ambito di un processo instaurato da una coppia italo-brasiliana che chiedeva di aggiungere al cognome paterno del figlio anche il cognome materno (link).
La Consulta aveva già stimolato il Legislatore a “svecchiare” il sistema di attribuzione del cognome attraverso precisi segnali nella sentenza n. 61 del 6 febbraio 2006 dichiarando che l'attribuzione automatica del cognome paterno è un "retaggio di una concezione patriarcale della famiglia", "non più coerente con i principi dell'ordinamento e con il valore costituzionale dell'uguaglianza tra uomo e donna". Non ritenne però di adottare una pronuncia manipolativa “esorbitante” dai suoi poteri, stante la possibilità per il Legislatore di adottare una pluralità di scelte (aggiunta del cognome della madre secondo un ordine predeterminato o scelto dai genitori, scelta di attribuzione di un solo cognome ad opera dei genitori al momento della dichiarazione di nascita ecc.), tutte opzioni contemplate nei diversi disegni di legge presentati nel corso della XIV legislatura.
Per non lasciare un “vuoto di regole” preferì in quell’occasione dichiarare inammissibile la questione prospettatale, forse sperando in una maggiore attenzione da parte del Legislatore su questo importante tema.
A dieci anni da quella pronuncia e di fronte al “sonno” del Legislatore la Corte ha voluto “suonare” la sveglia! Non ci resta che attendere il deposito della sentenza per conoscere le ragioni che hanno consentito alla Consulta di superare gli antichi indugi.
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